Il fotografo che diventa collezionista ed autore. Un approccio concettuale all’archivio.

Date: dal 17 marzo al 17 giugno (vedi sotto date Zoom settimanali)

Prezzo: 400 euro, 10% di sconto per le iscrizioni entro il 20 febbraio.

Workshop bilingue italiano e inglese, con due Zoom alla settimana, uno in ogni lingua, il mercoledì (inglese) e il giovedì (italiano). Il gruppo è insieme nella piattaforma e scambia per iscritto, in modo che si possa tradurre.

Concept

In questo workshop i partecipanti lavoreranno sulle loro immagini d’archivio di famiglia, sceglieranno un avvenimento che e’ accaduto nella loro storia famigliare per cerare di risolvere un antico mistero.

Nella seconda fase del workshop dovranno reinterpretare una persona della loro famiglia e rappresentarsi come loro usando la tecnica dell’autoritratto.

Lo scopo del workshop e’ di creare un foto libro digitale e una storia narrativa basata sulla mescolanza tra archivio personale e la sua interpretazione e autorappresentazione.

Rifletteremo sul medium fotografico, su come si può utilizzare la macchina fotografica come una forma di testimonianza attraverso l’archivio.

I partecipanti inizieranno a pensare alla fotografia come a un atto di collezionismo per poi attraversare il processo di ricreare le immagini.

Usando l’archivio personale capiremo l’importanza e il ruolo della produzione delle immagini e come possiamo diventare complici nel uso e nella creazione delle immagini.

Guarderemo alle immagini in modo analitico e concettuale, capendo il ruolo che abbiamo nel creare un progetto.

I partecipanti saranno in grado, durante questo periodo, di raccontare una storia attraverso le immagini e con questo strumento visivo avranno modo di indagare e risolvere un mistero della loro famiglia e nello stesso modo capire anche una parte nascosta di se stessi. Ci faremmo delle domande precise: quale e’ il ruolo della fotografia e della macchina fotografica? Il collezionare le immagini d’archivio sono un processo che creano significato o sono le lenti della macchina?

Esploreremo il confine tra la fotografia e il suo modo di essere indicale, esiste una sottile linea tra realtà e fantasia nella narrazione creativa di una storia attraverso le immagini?

Quanto conta il soggetto e quanto il riflesso del potere del medium fotografico influenza e cambia la storia.

La fotografia ha mai cambiato la narrativa della vostra storia familiare e quanto ne siamo consapevoli?

Il titolo del workshop deriva dalla storia di Pandora.

Il Dio Prometeo rubo’ il fuoco dal paradiso per donarlo alla razza umana, che inizialmente era costituita solo da uomini. Per punire l’umanità gli altri dei crearono la prima donna, la bellissima Pandora. Zeus come regalo le dono’ una scatola dicendole di non aprirla mai. Appena lui andò via lei apri il coperchio di questa scatola e uscirono tutti i problemi del mondo e non e’ stato più possible ricatturarli. Solo la Speranza era rimasta nella scatola, sotto il coperchio. Tutto quello che sembra ordinario ma può causare inspiegabile dolore può essere chiamato Vaso di Pandora.

Il mito di Pandora ha affascinato le persone da secoli, ha catturato l’immaginazione di numerosi artisti, e’ stata rappresentata su affreschi, mosaici e sculture mitologiche. Il mito e’ stato raccontato in diversi modi, la differenza più distintiva e’ che in alcuni racconti Speranza esce dal vaso. Lo scopo del mito di Pandora e’ affrontare la questione del male, del perché’ esiste nel mondo.

Date:

dal 17 marzo al 17 giugno

Incontri e date degli Zoom di gruppo:

17 marzo, 19-21

24 marzo, 19-21

7 aprile, 19-21

21 aprile, 19-21

28 aprile, 19-21

5 maggio, 19-21

12 maggio, 19-21

19 maggio, 19-21

26 maggio, 19-21

2 giugno, 19-21

9 giugno, 19-21

17 giugno, 19-21

Sessioni individuali:

Una sessione individuale in data da concordare

Numero minimo di partecipanti: 7

Numero massimo di partecipanti: 12

Prezzo: 400 euro. 10% di sconto per le iscrizioni entro il 20/02/22. Scrivere a pr@self-portrait.eu

Alba Zari

Alba Zari, e’ un’artista visiva che predilige il mezzo fotografico ed il video.

Fin da piccola conduce una vita nomade che la porta a vivere in città e nazioni differenti. Nasce in Thailandia dove vive fino all’età di 8 anni. In Italia abita prima a Trieste, poi a Bologna dove si laurea al DAMS in cinematografia per poi specializzarsi in fotografia e visual design alla NABA di Milano, proseguendo gli studi in fotografia documentaria all’International Center of Photography di New York. L’esperienza di viaggiatrice influenza e si riflette nella sua pratica fotografica, volta ad indagare temi di contenuto sociale, come le ricerche visive sui centri d’igiene mentale dopo la legge Basaglia e i disordini alimentari diffusi nella società americana.

Zari ha una sensibilità fotografica introspettiva. Tra i suoi lavori recenti: Places (2015) libro e progetto fotografico condotto con ElementWo, sull’analisi della comunicazione visiva della propaganda dell’ISIS; Radici (2013), un progetto documentaristico sulla vegetazione del deserto del Mesr  in Iran, The Y – Research of biological father (2017), nato da un viaggio alla ricerca delle sue origini del padre mai conosciuto. La sua opera The Y – Research of biological father (2017), vincitrice del Graziadei 2019, è stata esposta in numerose mostre internazionali, tra cui a London Art Fair, al MAXXI di Roma e al Festival Circulation di Parigi. Con i progetti The Y e Occult, fa parte dei FOAM Talent 2020. 

Attualmente Alba sta lavorando ad una ricerca sulla propaganda della Setta dei Bambini di Dio in India, Nepal e Thailandia.  Ha realizzarto il suo primo cortometraggio documentario FreiKörperKultur e sta lavorando a White Lies, primo lungometraggio documentario, in sviluppo.