“Lavoro appassionatamente nelle carceri dal 2009 (lista dei progetti e link alla fine di questo articolo) dato che uno dei miei obiettivi come attivista sociale è la riduzione dello stigma sociale. Come ex-eroinomane e prostituta, io stessa ho sofferto dello stigma e dell’auto-stigma e ho lottato per superarlo. Ora utilizzo le mie esperienze passate per mostrare ai carcerati che trasformare le nostre vite è possibile”. Cristina Nuñez

Le persone in carcere si trovano in una situazione limite, fisicamente ed emozionalmente. Lo stigma viene interiorizzato divenendo auto-stigma, e questa situazione limite influenza la loro auto-immagine e la loro identità. Karl Jaspers afferma che le situazioni limite possono risvegliare la nostra coscienza e stimolare processi di auto-conoscenza. Questo rende le prigioni un terreno molto fertile per i workshop SPEX. Un approccio alla pari e un interesse empatico e genuino per le loro esperienze permette a Cristina di creare un rapporto di fiducia con queste persone. “Ogni volta che do una presentazione, racconto la mia storia e la grande maggioranza dei carcerati decide di partecipare al workshop e produce immagini potenti, trasformando le proprie emozioni in arte”. C.N.

Per il suo PhD per pubblicazioni sulla sua pratica artistica e SPEX, al College of Art, Università di Derby, Regno Unito, Cristina ha analizzato i feedback di 148 carcerati che hanno partecipato ai suoi workshop SPEX. I risultati mostrano come SPEX permette ai partecipanti di espandere la loro percezione di se stessi e degli altri (riportiamo qui di seguito i risultati della ricerca).

WE EXIST, la mostra online (fai click sull’immagine)
Un video sul lavoro di Cristina Nuñez nelle carceri

Progetti nelle carceri:

Progetto di autoritratto SPEX (2 mesi), carcere La Stampa, Lugano, Svizzera, 2019.

We Exist, self-portraits in prison, un progetto creato da EEA Grants of Norway, realizzato nelle carceri norvegesi (Bredtveit, Ila e Ullersmo) nel 2015-16. Una mostra online permanente si può vedere qui sopra.

Workshop di autoritratto (2 giorni) nel Penitenziario di Bollate, Milano, 2016.

Progetto di autoritratto (6 mesi) nel carcere di Quatre Camins, Barcellona, 2015

Workshop di autoritratto (2 giorni) nel carcere di Brians 1, Barcellona, 2015.

Workshop di autoritratto (6 mesi) nel carcere di Lledoners, Barcellona, 2013

Workshop di autoritratto (2 giorni) nel Penitenziario di Bollate, Milano, 2012.

Progetto di autoritratto (6 mesi) nelle carceri di Brians 1 e Wad Ras, Barcelona, 2011

Workshop di autoritratto (4 mesi) nel carcere di San Vittore, Milano, 2009.

Ricerca:

Per il suo PhD per Pubblicazioni sulla sua pratica artistica e SPEX, al College of Art, Università di Derby, Regno Unito, Cristina ha analizzato i feedback di 148 carcerati che parteciparono ai suoi workshop SPEX. I risultati confermano che SPEX permette ai partecipanti di ampliare la loro percezione di se stessi e degli altri, come segue:

Auto-percezione ampliata:

Il 96,5% degli intervistati esprimono in diversi modi come la loro auto-percezione si è vista ampliata.

I risultati sostengono l’ipotesi che SPEX permette ai partecipanti di vedere se stessi da un altro punto di vista. Questo conferma la visione di Frank Porporino su come incoraggiare la desistenza nei carcerati, “sviluppando programmi che non puntino a cambiare i criminali ma piuttosto ad aiutarli ad esplorare – guardare le loro vite attraverso nuove lenti” (Porporino, 2010, p.78).  Guardarsi attraverso nuove lenti può promuovere la scoperta di un potenziale sconosciuto, come afferma uno dei carcerati, “ho imparato che tutto è possibile, se metti energia nelle cose”. In carcere, questo può significare trovare aspetti positivi in se stessi: oltre 30 dichiarazioni esprimono la scoperta del proprio “lato positivo” o di qualità che non sapevano di possedere. Eccone alcune:

  • Ho scoperto di avere capacità di leadership e di poter essere amato.
  • Spesso vedevo o sentivo cose che non avrei mai pensato o immaginato. Ho trovato qualcosa di buono in me, che non avevo mai visto prima.
  • Mi è piaciuto vedere cose che non sapevo di me stessa, che non credevo di poter esprimere. Mi rendo conto di avere aspetti interni a me che non conosco. La donna nelle immagini non ero io! Ho scoperto di essere coraggiosa, sono una guerriera, sono più forte di quello che pensavo; e posso essere qualcuno, posso essere utile, posso essere una buona madre.
  • Mi sono reso conto di essere molto forte, di poter gestire il lato oscuro e renderlo più leggero, e che non mi arrendo.
  • Ho scoperto di essere forte e molto vulnerabile allo stesso tempo. Ho visto il mio io interno e i miei sentimenti. Non pensavo di averne.

Ampliare la percezione degli altri:

La maggioranza degli intervistati (85%) affermano che il workshop SPEX ha permesso loro di ampliare la percezione dei propri compagni. Gli intervistati hanno espresso in diversi modi come il workshop ha dato loro modo di vedere i compagni carcerati sotto una nuova luce, e di scoprirne la “bontà” e altri aspetti positivi, come si dimostra nei seguenti esempi:

  • Ho scoperto che i miei compagni carcerati hanno più o meno gli stessi problemi che ho io. Questo mi ha permesso di vederli in modo diverso.
  • Nelle foto dei miei compagni ho visto bontà, gentilezza.
  • Ho imparato che tutti hanno un lato vulnerabile, pur sembrando persone dure.
  • Mi sono piaciute le foto di P., sembrava una guerriera! E la forza di M., e la bontà di M.C.
  • Mi sono reso conto, guardando le foto degli altri, di come sono in grado di esprimere e mostrare dettagli e gesti che non avevo mai visto in loro.
  • Ho visto anche il lato tenero e umano dei miei compagni carcerati.
  • Penso di conoscerli meglio, di sentirmi più vicino ad alcuni di loro. Tutti sono unici e hanno molti aspetti positivi.
  • Ho visto le emozioni nelle foto dei miei compagni, nei loro sguardi. Hanno dei sentimenti. Tutti abbiamo sentimenti di colpa, di tristezza, di rabbia e di rimorso.
  • Ora penso che non dovrei giudicare gli altri prima di conoscerli.

Il team educativo del carcere La Stampa di Lugano, Svizzera, ha aggiunto che l’ampliamento della percezione di se stessi e degli altri è utile a contrastare la rigidezza del pregiudizio e del giudizio, che spesso causa pensieri e azioni violente.